Pare che Walter Veltroni approfittando che della partecipazione al “premio Strega” del romanzo di Monaldi & Sorti intitolato "Malaparte" ha proposto di
assegnare un Premio Strega alla memoria a Curzio Malaparte.
Personalmente i riconoscimenti postumi, quelli "alla
memoria", “a babbo morto”, mi evocano un senso di squallore, un’emulsione
maleodorante tra due aforismi: «nemo propheta in patria» e «de mortuis nihil
nisi bonum dicendum est».
Un fluido melenso per ovviare alla evidente miopia cerebrale che impedì a tempo debito di riconoscere i pregi di un dato personaggio.
Ecco allora il "premio alla carriera" all'attore ottuagenario o peggio "alla memoria" dopo che l'attore o lo scrittore è stato ignorato e snobbato per tutta la sua vita terrena.
Ammesso che tale proposta di Veltroni
venga accettata, il premio suonerebbe decisamente strano e contraddittorio, visto che alle streghe, quelle vere, è riconosciuto la dote di preveggenza, mentre
in questo caso il premio Strega… arriverebbe tardi. Decisamente in
ritardo, considerando che son trascorsi quasi 60 anni da quando che lo
scrittore toscano è passato a miglior vita nel luglio 1957!
Giova ricordare che Malaparte in vita fu tradotto e noto in tutto il mondo e snobbato
e ignorato entro i confini italici («nemo propheta in patria» appunto!).
Giova anche ricordare che il prestigioso critico Alberto Asor Rosa, riuscì a
confondere Curzio Malaparte con Curzio Maltese, editorialista de “la Repubblica”.
#epicfail come risponderebbe il popolo dei social.
Occorre però aggiungere (come ci
ricorda Alessandro Gnocchi su “il Giornale”) che Curzio Malaparte fu candidato allo “Strega” anche in vita, nel 1950, con il capolavoro «La pelle».
Ma quell’anno vinse Cesare
Pavese con «La bella estate».
Malaparte non accettò con diplomazia quel risultato.
E dichiarò solennemente che non
avrebbe mai più partecipato a una competizione letteraria. In una lettera a «il
Tempo», Malaparte definì il premio come «una di quelle riunioni di famiglia che
offrono ogni tanto la possibilità, a certa letteratura italiana maschile e
femminile, di vestirsi da sera». Con il tipico sarcasmo malapartiano concluse «Il mio torto è di preferire le riunioni mondane dove regna lo champagne, a
quelle dove regna il liquore Strega».
«Game, set, matches», come direbbero i seguaci del tennis.
Ed in una lettera successiva allo stesso quotidiano precisò: «Sono lieto di
dichiarare che, se avessi ricevuto il premio, io lo avrei rifiutato».
Meglio tardi che mai.
Brindate,
dunque, alla memoria di Curzio Malaparte.
E decidete se farlo con un flûte di champagne o un tumbler di “Strega”.
E decidete se farlo con un flûte di champagne o un tumbler di “Strega”.
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