Il “talk-show” è un genere
di spettacolo televisivo che – come dice la parola – è basato sulla conversazione tra più persone con
la partecipazione di esperti dell'argomento trattato.
A gestire la conversazione c’è sempre un conduttore/moderatore per “regolare il traffico” di interventi o placare le eventuali intemperanze qualora gli ospiti della trasmissione parlino contemporaneamente o si inférvorino.
A gestire la conversazione c’è sempre un conduttore/moderatore per “regolare il traffico” di interventi o placare le eventuali intemperanze qualora gli ospiti della trasmissione parlino contemporaneamente o si inférvorino.
Almeno così dovrebbe essere in
teoria.
Peccato che, ultimamente, il conduttore (o la conduttrice!) abbia scordato la caratteristica “super partes” del suo ruolo e – paradossalmente – scenda in campo a difendere – lancia in resta – le istanze di una delle parti contrapposte,
facendo quindi mancare l’essenza stessa del programma che risulta quindi
sbilanciato, trasformandolo da talk-show a ...trash-show.
Senza l’aplomb del conduttore, si assiste
ad una sorta di fucilazione mediatica, dove il malcapitato si trova accerchiato
da un plotone d'esecuzione capitanato dallo stesso moderatore (o moderatrice). Non solo, il/la conduttore/trice arriva al momento opportuno per dare il colpo di
grazia alla nuca.
Da talk-show a “uno contro tutti”.
È il caso – per fare un esempio
pratico – dei programmi di Barbara d’Urso, da “Domenica Live” a “LIVE - Non è
la D’Urso”.
Ospite il ministro degli Interni, Matteo Salvini, dopo alcune
domande generiche sulla situazione del governo, lo attrae in una trappola: il “Convegno
della Famiglia” che si terrà a Verona e al quale Salvini ha annunciato
di voler partecipare.
La conduttrice, ha sfilato prontamente dalla sua faretra, frecce intinte nel vetriolo, esprimendo un giudizio sarcastico – non richiesto – fortemente negativo.
La conduttrice, ha sfilato prontamente dalla sua faretra, frecce intinte nel vetriolo, esprimendo un giudizio sarcastico – non richiesto – fortemente negativo.
Lo stesso tranello nel suo
programma serale del mercoledì.
Quando il prof. Alessandro Meluzzi parlando
della famiglia ha accennò a questo convegno.
Apriticielo!
La cara “Carmelita”
ha reagito stizzosamente con un “ma per carità: stendiamo un velo!”.
Idem quando - ospiti in due differenti puntate - Heather Parisi e Brigitte Nielsen, tratta il tema della fecondazione artificiale e della maternità in età avanzata.
Idem quando - ospiti in due differenti puntate - Heather Parisi e Brigitte Nielsen, tratta il tema della fecondazione artificiale e della maternità in età avanzata.
Non si domanda la conduttrice che tra i suoi numerosi telespettatori ci possa
essere anche più di uno che andrà a Verona o che -per lo meno- abbia idee vicine a
quelle degli organizzatori di questo vituperato (…dalla d’Urso!)
convegno?
Non pensa che tutto ciò non sia una smaccata mancanza di stile e
nient’affatto corretta ontologicamente parlando?
Ma la d’Urso è un buona
compagnia.
Cambiando rete c’è Dietlinde Gruber
che nel suo “Otto e Mezzo”, gioca all’«uno
contro tre»: la vittima
sacrificale, due ospiti con idee opposte e ovviamente lei, pronta a dare
manforte ai due.
L’ultimo caso è stato con la trasmissione dove Giorgia Meloni,
leader di Fratelli d'Italia era ospite insieme a Massimo Giannini e Marco
Damilano. Un confronto bilanciato, no?
Anche qui dopo le domande di rito molto
soft si arriva all'argomento preferito delle ultime settimane: Il Congresso di
Verona sulla famiglia.
Giorgia Meloni fa notare che sul
Congresso si stia facendo molta disinformazione, che "i suoi avversari non
hanno argomenti su questo tema della famiglia" e che lei andrà "con
orgoglio al congresso a difendere le donne, i loro diritti, la famiglia e la natalità".
A quel punto interviene la Gruber
che – in un modo soave e imparziale – mette in evidenza che la Meloni non sia coerente con lo stile della “famiglia
tradizionale” propagandato nel Congresso di Verona, visto e considerato che lei
vive “more uxorio” col suo compagno e ha una figlia nata fuori dal matrimonio.
Già di per se, quando in un dibattito politico, si va a raschiare il fondo con elementi prettamente legati alla sfera personale e privata di una persona, non è certo un bell’esempio di giornalismo!
Già di per se, quando in un dibattito politico, si va a raschiare il fondo con elementi prettamente legati alla sfera personale e privata di una persona, non è certo un bell’esempio di giornalismo!
Come avvoltoi, arrivano famelici
più che mai, gli altri ospiti, Andrea Scanzi e Maurizio Damilano per inchiodare
la Meloni che – toccata nel vivo della sua vita personale - reagisce duramente: «Sbagliate “voi”
a pensare che chiunque partecipi a questa iniziativa abbia un approccio
confessionale Ho una visione estremamente laica della vita e della politica e
sono d'accordo sul fatto che la gente non si deve fare gli affari tuoi. Sono
una persona che ha avuto un figlio fuori dal matrimonio e non pretendo di avere
il favore che la costituzione italiana riconosce alle coppie sposate. Non vado
a questo congresso per dire che la donna deve stare a casa a a stirare».
«Voi
lo dice a qualcun altro»
ha sbottato stizzita la Gruber che forse voleva tentare di sottrarsi dall’eventuale
accusa di essere schierata con gli ospiti. O forse ha capito che la
Meloni si stesse riferendo a lei ...con il “voi” littorio.
Chissà quale delle tue ipotesi l’ha
fatta scattare a molla alterando i suoi lineamenti!
Resta il fatto che ha concluso
affermando: «...e tolgo
l'audio». Un po' come i bambini che in un campetto minacciano di andar via col pallone quando stanno perdendo!
Schierata e anche autoritaria.
Perfetto per una brava
conduttrice, vero?