Tutti cercano affannosamente il plauso pubblico. E i
social-networks ci hanno dato un potente ricostituente per il nostro ego. Il
“like”.
Post, foto, video, opinioni. L’obiettivo principale è solo quello di
essere visto e apprezzato da tutti su un social.
Like ergo sum.
Non si pubblica un post per esprimere un parere su un
fatto o una foto per il gusto di condividere un momento o un’esperienza della
propria vita ma solo per ottenere i famosi “mi piace”.
Guai dissentire! Se lo fai sei polemico e vieni scaraventato lontano (e attorno a te solo terra bruciata!)
Manca un confronto, serio, pacato ma schietto.
§§§
Leggo sul dizionario
Treccani «confrónto s. m. [der. di confrontare]. – 1. L’atto,
l’operazione, il fatto di confrontare, di essere confrontato: fare il c. di
due oggetti; (…)».
Si quindi presume che tale raffronto o paragone vada fatto
tra cose differenti. E così anche per le opinioni.
A che serve un confronto tra due posizioni identiche?
George Bernard Shaw disse «Se tu
hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo
sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le
scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee».
§§§
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/aforismi/saggezza/frse-10703>
Mi ritorna in mente una
favolosa gag teatrale del grandissimo attore Ettore Petrolini che è giunta
fino a noi anche grazie al recupero ad alcuni artisti, come ad esempio Gigi Proietti, che hanno riportato sulle
scene il suo repertorio, reinterpretando molti dei suoi testi.
Sul palcoscenico Petrolini era un vulcano di battute,
doppi sensi, sfottò, parole storpiate e freddure, spesso inventate al
momento in un rapporto molto diretto, a tu per tu, col pubblico che affollava i
teatri.
Uno dei suoi personaggi era Nerone che sta a casa sua e il popolo lo attacca ferocemente perché ha incendiato
Roma.
Allora lui va alla finestra e fa un discorso molto affabulante per calmare gli animi.
Il popolo
gli grida “bravo!” e Nerone risponde "grazie!".
Ed inizia così un geniale gioco vicendevole di botta e risposta, di “bravooo-grazieeeee” che si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.
§§§
E che altro è il “like” se non un’edizione (molto meno geniale!)
di questo dialogo?
Pubblicano solo foto con lo sguardo giusto e restano delusi
se non raggiungono il numero sperato di “like”.
§§§
In questo vortice di autopromozione e ammirazione, secondo
uno studio dell’Università di Firenze, si rischia di diventare dipendenti da
Facebook e Twitter. I social networks, infatti, sono il terreno ideale per far
proliferare il narcisismo.
Lo studio, condotto da Silvia Casale, Giulia Fioravanti e
Laura Rugai e pubblicato sulla rivista “Cyberpsychology, Behavior, and Social
Networking”, ha preso in esame un campione di 535 studenti che hanno completato
un questionario per valutare la relazione tra propensione al narcisismo e l’uso
di Internet. Ne è emerso che i “narcisisti vulnerabili”, cioé quelli insicuri e
con meno autostima, sono quelli più propensi a preferire le interazioni
attraverso lo schermo piuttosto che faccia a faccia, e corrono il rischio di diventarne
dipendenti.
§§§
Poi ci sono i “narcisisti megalomani’ o grandiosi, invece,
cioè che tendono all’esibizionismo e vanno apertamente a caccia di consensi.
Dal punto di vista dell’utilizzo dei social network, inoltre, non sono state
riscontrate differenze significative tra i narcisisti grandiosi e i
non-narcisisti.
La macchina dei like sta influenzando notevolmente l’umore
dei più giovani e si rischia di rimanerne vittime ed incastrati.
§§§
Ammetto che adoro molto stare su facebook e ammetto anche di
essere un po’ polemico e controcorrente. Non cerco like.
È un social network ovvero una rete
sociale dove confrontarmi su alcuni argomenti. Io esprimo ciò che penso, poi
ascolto le altre opinioni al riguardo senza però prevaricare. Non ho come
obiettivo quello di avere ricevere “like” come una cartina tornasole dell’essere
accettati, per poter pensare di essere “importanti”.
§§§
Poi noto che basta un’opinione contraria, un “like” mancato,
un “invece no”, un “se permetti, io penso che…” per scattare inesorabile il
cartellino rosso, l’eliminazione.
Bannato. Bloccato. Eliminato!
Non potendo eliminare fisicamente
chi dissente e chi pensa in modo differente, i social networks offrono la
possibilità di eliminarlo virtualmente per potersi beare tra i like, gli
applausi, i “braaaavo/grazieeee”.
Abbiamo perso il piacere del confronto. E
quando non si è più in grado di accettare un’opinione diversa dalla nostra ci
aspetta un destino crudele.
Ma attenti, su facebook c’è il tasto “blocca” ma nella
vita reale non c’è…
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