Io adoro il festival di Sanremo.
Non me ne son penso mai un'edizione ....fin dal 1970 circa.
Sono tra coloro che lo guardano (cioè tantissimi!!) e ammettono di guardarlo (cioè pochissimi!!).
Sono tra coloro che lo guardano (cioè tantissimi!!) e ammettono di guardarlo (cioè pochissimi!!).
Però non mi atteggio ad esperto
di musica, mi interessa tutto ciò che fa notizia.
Un
po’ come per il calcio.
Non seguo le partite ma in occasione di manifestazioni
importanti, come un campionato mondiale, non posso non essere informato
sull’esito di tale manifestazione. (la differenza è che non devo attendere quattro anni o avere delusioni che la nazionale non si qualifichi!)
Ed
è innegabile che il Festival faccia notizia!!
Non è solo una gara di canzoni, è un evento nazionale.
Non è solo una gara di canzoni, è un evento nazionale.
L’Italia
si blocca per 5 giorni.
Tutti
ne parlano!
Bene?
Male?
Male?
Ma
tutti ne parlano.
Il
grandissimo Oscar Wilde, ne “Il ritratto di Dorian Gray” ci da una delle sue
perle di saggezza: «There is only one thing in the world worse than being
talked about, and that is not being talked about», ovvero « C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé,
ed è il non far parlare di sé»!
Il Festival non è solo una
trasmissione Tv è un evento che non può essere gestito superficialmente.
Occorrono “animali da
palcoscenico” per saper stare circa 20 ore sulla scena in 5 giorni. E non un
palcoscenico qualunque ma quello del teatro Ariston.
20 ore… sono quasi un giorno intero.
Roba da far tremare i polsi a
chiunque.
Nelle scorse edizioni spesso ci
si è affidati a “grossi nomi” come “Nostra Signora della TV”, Raffaella Carrà, un
grande entertainer come Giorgio Panariello, un presentatore da scrivania come Fabio
Fazio o anchorwomen come Simona Ventura, Antonella Clerici e spesso è stato un
clamoroso flop.
Quest’anno hanno affidato
l’onere della direzione artistica a Claudio Baglioni. Eccellente autore e cantante, nulla quæstio, ma non basta certo sapere cantare. L’uomo
giusto al posto giusto in un festival della canzone? Ma non basta.
Non basta essere un cinefilo
per organizzare la premiazione degli Oscar.
Non basta essere un atleta per organizzare la rassegna sportiva.
Non basta essere un atleta per organizzare la rassegna sportiva.
E non basta essere un cantante
per condurre Sanremo.
Eppure avevano avuto già la prova
quando fecero condurre la 62.ma edizione a Gianni Morandi.
Nel pistolotto iniziale
sull’importanza della musica e delle parole–letto dal gobbo in modo piatto, asettico, glaciale e senza pathos– era caloroso
come il blocco di iceberg che fece affondare il “Titanic”. Piatto come un tracciato
di un elettroencefalogramma di un paziente non più in vita.
Pierfrancesco Favino è un attore che
senza un copione appare statico e impacciato.
Forse sarebbe meglio che si
rimettesse alla guida del TIR della Barilla per portare la pasta alla sua
figlia (ora che il grande Federer ha mostrato sotto la guida di chef “D’O” di
cavarsela con i pomodori e gli spaghetti!).
Anche nella pantomima con la
Hunziker sui rapporti non idilliaci non ha certo dato una prova d’attore!
Michelle Hunziker forse è l’unica
dei tre che mostra di essere a suo agio. Ride manda messaggi d’amore al marito
in platea anche quando per “il bello della diretta” lo strascico del vestito
resta impigliato una una “spia” audio a scomparsa.
Tutta un’altra storia il grande Fiorello che apre il festival con la sua innata verve di showman che si è fatto le ossa nella palestra dei villaggi-vacanza.
Dal
primo minuto riesce a gestire magistralmente la “patata bollente” dell’intruso
che protesta, come già accaduto nel 1995, Pippo Baudo regnante. Stavolta però Fiorello se lo trova
già sul palco.
Portato via l’intruso
chiosa «ecco, lo sapevo che non dovevo venire!!!».
Poi gioca con maestria a ruota
libera come solo lui sa fare con un strepitoso potpourri di canzoni di Morandi e Baglioni mischiandone il testo con la musica.
La faringite di Laura Pausini offre
poi l’occasione di un suo ritorno in scena dove, nel cantare “E tu” mostra molta
più familiarità dello stesso autore.
Più tardi si scopre il motivo
dell’ospitata di Gianni Morandi. L’omaggio a Luis Enriquez Bacalov? No, la
marchetta della sua nuova canzone Tommaso Paradiso.
A
proposito di marchette. Poi abbiamo anche scoperto il reale motivo della scelta
di Pierfrancesco Favino come co-conduttore. Il film di Gabiele Muccino interpretato da Favino (ed una altra cinquantina
di attori!) tutti sul palco con un escamotage di riempire il tempo a causa di un
intoppo… (finto come un caso di Forum e
consistente come un soufflé riuscito male!)
Ma i cantanti?
Noia atarassica e narcolettica.
Se si eccettua lo stile e la
classe di Ron, l’ascoltabilità del brano dei due “ex Pooh” Facchinetti-Fogli.
Sarà che Riccardo Fogli è nato il 21 Ottobre?
Poi la “paraculaggine” social-sentimental dell’accoppiata Meta – Moro che a Sanremo (che ripaga sempre vista la vittoria dello scorso anno!).
Ma grazie a tale ...allisciamento erano tra i favoriti dai bookmakers per la vittoria ed ora... rischiano una clamorosa squalifica per plagio con un altro brano di Moro (l'autore è lo stesso!!). Peccato che non sia «inedito» come previsto da regolamento.
E che dire del brano degli "Stato Soziale" che portano una ballerina ottuagenaria sul palco che ha distolto la nostra attenzione dal brano.
Per il resto, ho un solo
dubbio: Fiorello ha accennato alla tinta per capelli di Roby Facchinetti, ma perché
ha sorvolato con no-chalance sul botulino di Baglioni…
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