Si sono svegliati e all’improvviso si
sono ricordati che Harvey Weinstein, produttore cinematografico fondatore col
fratello della casa di produzione Miramax, è un orco.
Non mi stupisce la
notizia in se.
Purtroppo questo marciume è la norma in ambiti artistici come
il cinema, la musica e la moda.
«Do ut des».
E ammettiamo che spesso accade
anche –con le dovute proporzioni!– anche in un normalissimo ufficio…
E sia ben
chiaro che non lo sto giustificando. Tutt’altro…
Mi stupisce e mi irrita invece
il silenzio pluridecennale che viene adottato in questi casi, salvo poi gli
“oooh” di stupore più falso di una “Monna lisa triste”. Pian pianino si sta scoprendo,
infatti, che, nel mondo del cinema, tutti conoscevano bene i modi di fare di
Weinstein fino a ieri applaudito e oggi definito «orco insaziabile uscito dalle
favole dei fratelli Grimm», ma tutti hanno deciso di tacere per circa trenta
anni.
Tutti sapevano dei suoi comportamenti aggressivi ed arroganti ma era una
gallina dalle uova d’oro: un film prodotto da lui aveva già un Golden Globe (e
forse un Oscar!) in mano.
Particolarmente interessante il silenzio sulla
vicenda di una “pasionaria” dei diritti femminili come Meryl Streep (pronta a
fare aspre intemerate al presidente Donald Trump additato come “sessista”).
Sarà che lei deve a Weinstein buona parte del suo Oscar come miglior attrice per «The
Iron Lady» film prodotto –incredibile dictu– da Weinstein.
Nel 2012 durante la
cerimonia dei Golden Globe l’aveva definito «un dio».
Ora fa marcia indietro e parla
di un «disgustoso ed imperdonabile abuso di potere».
I 54 membri del «Academy
of Motion Picture Arts and Sciences Award board» (la giuria del premio Oscar,
per intenderci!) lo ha escluso dal comitato. Emmanuel Macron ha immediatamente
avviato la procedura per annullare la “Légion d'honneur” attribuita al produttore
nel 2012
dall’allora presidente Nicolas Sarkozy.
Silenzio anche dalle parti di casa Clinton visto che “l’orco”
è stato uno dei maggiori finanziatori di Hillary Clinton quando tentò di
insediarsi alla Casa Bianca (nonché finanziatore delle spese legali del
consorte Bill nell’affaire della «sala Orale» ...ehm volevo dire «Sala Ovale»).
Neanche
loro sapevano questo “Pulcinella’s secret”?
Ma l’Oscar… per la coerenza va
al regista Woody Allen che definisce “triste” l'intera vicenda. Proprio lui che
ha sposato la figlia adottiva?