Oggi sono
entrato nel solito supermarket col mio solito carrello.
Mi sono
diretto subito allo scaffale dei biscotti da colazione.
Avevano
tutti un elemento in comune: nell'involucro esterno spiccava in caratteri in
rilievo «SENZA OLIO DI PALMA».
L'ho letto
in tutte le confezioni.
Una, cinque,
dieci volte.
Spesso era
ancora più in evidenza dello stesso marchio di fabbrica, tant’è che mi
sovvenne che, se io fossi stato un alieno appena giunto –sotto mentite
spoglie!– sul pianeta Terra, avrei potuto pensare che quello
fosse il vero "brand" di biscotti.
Poi stando
attenti, c’era un altro marchio, «SENZA GRASSI AGGIUNTI».
Bene,
l'alieno pensò, sulla Terra non c'è un monopolio di dolci.
Almeno ci
sono due differenti marchi di biscotti.
Ma c'è anche
chi vuole strafare (melius abundare?): c'è un biscotto prodotto «SENZA
BURRO, SENZA UOVA, SENZA OLIO E SENZA LATTE (sic)».
STRIKE!
COLPITO E AFFONDATO!
STRIKE!
COLPITO E AFFONDATO!
E non voglio
immaginare quali siano gli ingredienti di quel prodotto dolciario. Senza
contare il gustoso retrosapore ricco di sentori gradevoli che evocano campi di
grano, latte appena munto ed olio di frantoio.
Lo stesso
aroma intenso di quella tazina da caffè offerta dai bambini e che
sei obbligato a degustare facendo schioccare la lingua e simulando di non aver
apprezzato mai un caffè tanto buono.
Per caso,
poi balza agli occhi una marca di frollini che invece esalta il «gusto
e la lavorazione con ricetta tradizionale».
E infatti
scelgo quello.
Ne metto subito 3 o 4 pacchi nel carrello.
Poi passo
davanti allo scaffale della pasta.
Questo
invece è il reparto del brand «NO O.G.M.».
E pensare che anch'io -allibito e basito- ho pensato "Oh my God". Ma quello è un altro OGM.
E pensare che anch'io -allibito e basito- ho pensato "Oh my God". Ma quello è un altro OGM.
Spaghetti,
trenette, rigatoni, vermicelli, fusilli.
Tutti rigorosamente free O.G.M.
Anche nel
reparto profumeria non c'è un monopolio, i marchi sono due: «NON TESTATI SU
ANIMALI» e «SENZA PARABENI».
Oramai in un
supermarket potrei orientarmi in base alle etichette sui prodotti, a
prescindere dai reparti.
Quando
arrivo al reparto «SENZA POLIFOSFATI» deduco subito di essere in
salumeria.
Si è
arrivati a descrivere qualcosa per ciò che non è o per
ciò che non ha.
Un po’ come
se nella biografia di Alessandro Manzoni leggessimo “non ha
scritto la «Divina Commedia» e neppure «A Silvia»".
O come se in
un libro di matematica trovassimo scritto che «6 per 9 non fa 63».
Ma anche per
chi protesta, il «NO» è un must: «NO
NUKE», «NO TAV», «NO TRIV», «NO
TAP», fino al «NO VAT».
Ma la perla
è rappresntata dai cartelli stradali di "COMUNE DENUCLEARIZZATO"
e pazienza che non sia mai stato nuclearizzato...
Ormai ci
interessa solo «ciò che non è». A prescindere.
Non mi stupirei
se ad un incrocio in autostrada leggessi l'indicazione «NO MILANO»,
«NO TORINO», ed in un Curriclum Vitæ elencassi tutto ciò
che non so fare.
Quando
qualcuno dice che questo mondo va al rovescio, penso proprio che abbia ragione.
Anzi direi
che non ha torto!
E nel
frattempo nel mondo vige il «NO THINK»
P.S, Questo blog è senza refusi. Forse.
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