mercoledì 26 aprile 2017

NO BLOG!

Oggi sono entrato nel solito supermarket col mio solito carrello.
Mi sono diretto subito allo scaffale dei biscotti da colazione.
Avevano tutti un elemento in comune: nell'involucro esterno spiccava in caratteri in rilievo «SENZA OLIO DI PALMA».
L'ho letto in tutte le confezioni.
Una, cinque, dieci volte.
Spesso era ancora più in evidenza dello stesso marchio di fabbrica, tant’è che mi sovvenne che, se io fossi stato un alieno appena giunto –sotto mentite spoglie!–  sul pianeta Terra, avrei potuto pensare che quello fosse il vero "brand" di biscotti.

Poi stando attenti, c’era un altro marchio, «SENZA GRASSI AGGIUNTI».
Bene, l'alieno pensò, sulla Terra non c'è un monopolio di dolci.
Almeno ci sono due differenti marchi di biscotti.

Ma c'è anche chi vuole strafare (melius abundare?): c'è un biscotto prodotto «SENZA BURRO, SENZA UOVA, SENZA OLIO E SENZA LATTE (sic)».
STRIKE!
COLPITO E AFFONDATO!

E non voglio immaginare quali siano gli ingredienti di quel prodotto dolciario. Senza contare il gustoso retrosapore ricco di sentori gradevoli che evocano campi di grano, latte appena munto ed olio di frantoio.
Lo stesso aroma intenso di quella tazina da caffè offerta dai bambini e che sei obbligato a degustare facendo schioccare la lingua e simulando di non aver apprezzato mai un caffè tanto buono.

Per caso, poi balza agli occhi una marca di frollini che invece esalta il «gusto e la lavorazione con ricetta tradizionale».
E infatti scelgo quello. 
Ne metto subito 3 o 4 pacchi nel carrello.

Poi passo davanti allo scaffale della pasta.
Questo invece è il reparto del brand «NO O.G.M.».
E pensare che anch'io -allibito e basito- ho pensato "Oh my God". Ma quello è un altro OGM.
Spaghetti, trenette, rigatoni, vermicelli, fusilli. 
Tutti rigorosamente free O.G.M.

Anche nel reparto profumeria non c'è un monopolio, i marchi sono due: «NON TESTATI SU ANIMALI» e «SENZA PARABENI».
Oramai in un supermarket potrei orientarmi in base alle etichette sui prodotti, a prescindere dai reparti.
Quando arrivo al reparto «SENZA POLIFOSFATI» deduco subito di essere in salumeria.

Si è arrivati a descrivere qualcosa per ciò che non è o per ciò che non ha.
Un po’ come se nella biografia di Alessandro Manzoni leggessimo “non ha scritto la «Divina Commedia» e neppure «A Silvia»".
O come se in un libro di matematica trovassimo scritto che «6 per 9 non fa 63».
Ma anche per chi protesta, il «NO» è un must:  «NO NUKE», «NO TAV», «NO TRIV», «NO TAP», fino al «NO VAT». 
Ma la perla è rappresntata dai cartelli stradali di "COMUNE DENUCLEARIZZATO" e pazienza che non sia mai stato nuclearizzato...
Ormai ci interessa solo «ciò che non è». A prescindere.
Non mi stupirei se ad un incrocio in autostrada leggessi l'indicazione «NO MILANO», «NO TORINO», ed in un Curriclum Vitæ elencassi tutto ciò che non so fare.
Quando qualcuno dice che questo mondo va al rovescio, penso proprio che abbia ragione.
Anzi direi che non ha torto!

E nel frattempo nel mondo vige il  «NO THINK»

P.S, Questo blog è senza refusi. Forse.

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