martedì 25 aprile 2017

25 APRILE: UNA FESTA CHE DIVIDE

Sono passati 72 anni da quel 25 Aprile 1945 ma purtroppo resta ancora una festa che divide anziché unire, una festa che ha mantenuto intatto lo stesso astio e quel veleno di 72 anni orsono, una festa «partigiana» (no, non intendo dire “dei partigiani” ma con l’accezione etimologica:  una festa “di parte”)…
Non è ad esempio un 14 luglio francese (con la presa della Bastiglia) o un 4 luglio americano (dove i coloni si riconoscono liberi e ripudiano la madre patria), quelle sono feste che uniscono tutta la nazione…

Dovrei festeggiare il 25 Aprile che ha portato a quell’orrenda squallida sceneggiata di piazzale Loreto definita (dagli storici!) come una “scena da macelleria messicana”?
Dovrei forse festeggiare il 25 Aprile che ha portato alle foibe titine?
O forse oggi dovrei festeggiare il giorno che ha dato il via alle stragi del famoso triangolo rosso” di Reggio Emilia?
Dopo oltre 70 anni ancora il 25 Aprile è una festa di liberazione con i "pugni chiusi" la cui colonna sonora ufficiale è 
«Bella ciao»!!
Ecco perché NON POSSO FESTEGGIARE!
Non mi sento di festeggiare una data macchiata da tanto sangue chiamandola “Anniversario della Liberazione”. 
Perché non è la festa di tutti. 
Piuttosto preferisco ricordare che oggi si festeggia 
San Marco Evangelista.
Oppure che il 25 Aprile del 387 
S. Agostino ricevette il battesimo da S. Ambrogio;
O nel 1719 venne pubblicato il romanzo 
Robinson Crusoe di Daniel DeFoe;
Nel 1926 la Prima rappres
entazione assoluta della Turandot di Giacomo Puccini al Teatro alla Scala di Milano;
Oppure il 141° anniversario della nascita di un grande genio Italiano: Guglielmo Marconi...
 Eh sì, oggi è un grande giorno!

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