Nel 2011 il Consiglio dei Ministri su
proposta del Ministro della Salute approvò la direttiva che indìva per
il 9 febbraio la Giornata nazionale
degli Stati vegetativi.
Eugenia Roccella, allora sottosegretario alla Salute, dichiarò “è molto importante, in particolare in questo
momento di acceso dibattito, che il 9 febbraio sia fissata una Giornata
Nazionale degli Stati Vegetativi”.
Alcune associazioni dei familiari
di persone che vivono in questa condizione e che hanno lavorato al “Libro
Bianco” del Ministero della Salute hanno fortemente ispirato questa giornata.
La data scelta non è una
ricorrenza casuale: il 9 febbraio 2009 moriva infatti una ragazza-simbolo di
questo particolare stato di salute, Eluana Englaro, affetta da disabilità grave, la cui
vita fu interrotta con una decisione della magistratura.
Il ricordo di Eluana quindi potrà
essere un momento di condivisione, di riflessione, un’occasione preziosa per
ricordare a tutti noi quanto sia degna l’esistenza di tutti coloro che vivono in
stato vegetativo ma non hanno voce per raccontare il loro attaccamento alla
vita, una giornata per fare il punto scientifico sui progressi della medicina
in questo campo.
Il 9 febbraio 2009 quella vicenda sconvolse l'Italia e
scatenò un acceso dibattito politico.
Dopo 17 anni di stato vegetativo causato da
un incidente stradale, Eluana moriva in una clinica di Udine dopo una lunga battaglia legale e mediatica del padre Bepino per ottenere dal tribunale l’autorizzazione di interrompere la
nutrizione artificiale.
Quest’occasione
-miracolosamente- riunì trasversalmente molte forze politiche che -per un giorno- abbandonarono l’ascia di guerra: Domenico
Di Virgilio, vice presidente del
gruppo Pdl alla Camera, Antonio Mazzocchi questore alla Camera, Massimo Polledri della Lega
Nord, Paola Binetti, Luisa Santolini
deputate dell’Udc e Roberto Rosso e Aldo
Di Biagio deputati del Fli in un comunicato congiunto hanno riconosciuto che “la giornata sugli stati vegetativi del 9
febbraio, istituita in occasione del I° anniversario della morte di Eluana
Englaro, è l’occasione giusta per ribadire la necessità di colmare un vuoto
legislativo in materia di Dichiarazioni anticipate di trattamento”.
“Si
tratta di un passaggio indispensabile dopo l’intervento, poco opportuno della
magistratura, che ha innescato con il caso Englaro un conflitto di competenze
tra la magistratura e il Parlamento che è l’unica istituzione cui la nostra
Costituzione riconosce il diritto a legiferare. L’obiettivo che ci proponiamo
noi, sostenitori del cosiddetto testamento biologico”, evidenziarono i parlamentari bipartizan
“è quello di dare uno strumento
legislativo che rispetti il principio di autodeterminazione, volto sempre e
solo alla salvaguardia della vita, senza avallare un presunto diritto alla
morte”.
Bepino Englaro, papà di Eluana, che per anni si è battuto per interrompere la nutrizione artificiale alla figlia, non ha affatto gradito questa decisione del Governo definita “inopportuna e indelicata” vista la coincidenza di quell’anniversario e al Corriere della Sera rilasciò un'intervista per dire: “Non sono passati due anni, ma diciannove anni da quando mia figlia è morta”.
Bepino Englaro, papà di Eluana, che per anni si è battuto per interrompere la nutrizione artificiale alla figlia, non ha affatto gradito questa decisione del Governo definita “inopportuna e indelicata” vista la coincidenza di quell’anniversario e al Corriere della Sera rilasciò un'intervista per dire: “Non sono passati due anni, ma diciannove anni da quando mia figlia è morta”.
Diversi sono gli
appuntamenti, in tutta Italia, in questa giornata del 9 febbraio, per ricordare la
triste vicenda di Eluana e favorire il dibattito su queste delicate tematiche per non parlare più di “stato vegetativo
permanente” perché non può “essere escluso in assoluto un miglioramento delle
funzioni cognitive, anche a distanza di molti anni dall'evento acuto”.
Le associazioni dei familiari
esprimono la propria soddisfazione per l'istituzione di questa giornata.
Paolo
Fogar, presidente della Federazione
nazionale associazioni trauma cranico: «è importante perché la conoscenza
non è mai troppa. E queste giornate servono anche a stimolare la ricerca, un
aspetto su cui le famiglie puntano molto. Speriamo che il ministero promuova
anche la giornata del trauma cranico, che celebriamo da 13 anni».
Anche Fulvio De Nigris,
direttore del Centro studi per la ricerca sul coma, vede la giornata come
un’occasione «per approfondire queste tematiche e lanciare un messaggio di
pacificazione dopo la sofferta vicenda di Eluana, che ha diviso le coscienze».
Questa giornata servirà anche
«a dar conto della realtà delle famiglie e dei loro pazienti senza pregiudizi e
ideologia. Intitolare la giornata alla memoria di Eluana significa non farla
morire mai».
Con la scelta del 9 febbraio,
anniversario della morte di Eluana, il suo ricordo non sarà più una memoria che
divide ma un momento di condivisione per un obiettivo che ci unisce tutti. Significa
riconoscere la dignità dei pazienti e portare l’attenzione dell’opinione
pubblica sulla loro condizione.
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