lunedì 12 dicembre 2022

I numerosi "gatto e volpe" di Pinocchio.


Qualche tempo fa sentii una barzelletta molto simpatica che faceva più o meno così:

 Ci troviamo nell’aldilà. Un ragazzino incontra un vecchietto, fanno amicizia e ciascuno incomincia a raccontare la propria storia.
Il vecchietto esordisce: “Io ero un povero falegname. Ero vecchio e solo. Poi finalmente arrivò a farmi compagnia un bambino. Era molto vivace, poi anche lui se ne andò e non seppi più niente di lui!”
A questo punto il ragazzino dice:“Anche il mio babbo era falegname, era molto povero...”
Il vecchietto trasognante disse: “mio figlio era un bambino molto speciale. Non era come tutti gli altri. Lui era un bambino speciale.”
“Babbino”- gridò il ragazzo.
“Gesù!”- esclamò con le lacrime il vecchietto.

Di Pinocchio in questi 137 anni s’è detto tutto da quando Carlo Collodi (pseudonimo dello scrittore Carlo Lorenzini) scrisse «Storia di un burattino» pubblicato nel 1883

Tanti hanno voluto trovare di una "chiave di lettura": filosofica, politica, pedagogica, teologica, psicologica, giuridica, etc.

Anche il card. Biffi, arcivescovo emerito di Bologna e fine letterato, analizzò il capolavoro di Collodi secondo una visione “cristiana” (e, tutto sommato non ci stiamo allontanando dalla barzelletta con cui ho esordito) facendo emergere moltissimi punti di contatto tra “Le avventure di Pinocchio” e la Bibbia. Per esempio:

  • in Pinocchio esiste una sola figura femminile: la Fata Turchina; nella Bibbia si parla di più figure femminili, ma in posto di rilievo è quello di Maria;
  • in Pinocchio si parla di 4 monete d’oro, nella Bibbia ci sono 30 denari (ed in entrambi i casi, le monete portano verso cattive vie!)
  • in Pinocchio troviamo il “Grillo Parlante” come simbolo della coscienza, di ciò che “si deve fare ” e ciò che “non si deve fare”, beh, nella Bibbia c'è Mosè e le XII tavole per indicarci le regole!;
  • …e Lucignolo? Non potremo vederlo nei panni del diavolo tentatore;
  • ... vi ricordate dove finisce Geppetto? In pancia ad un pescecane. E il profeta Giona? Dov’era finito? In una balena!;
  •  ... il Gatto e la Volpe dopo aver “scucito” le quattro monete d’oro a Pinocchio come si sbarazzano dell’ex burattino? Lo “appendono” ad un albero! E nella Bibbia come finisce chi ha “maneggiato” i 30 denari? appeso ad un albero.
  • Pinocchio viene arrestato e finisce davanti ai giudici. Anche Gesù Cristo finisce davanti a Ponzio Pilato!
  • Pinocchio appeso all’albero, capendo oramai di essere in cattive acque esclama: «Babbino, babbino, perché non sei qui!», Gesù Cristo sulla croce esclama «Eloi, Eloi, lamma sabactani!», "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?"

Anche Sigmund Freud, che ha messo il ...naso fra i sogni degli esseri umani, pretendendo di decifrarli, poteva forse fermarsi davanti a quel burattino famoso proprio per il suo naso? Certo che no! E siccome il padre della psicoanalisi che è riuscito a trovare anche nei sonni infantili più innocenti, alcuni aspetti legati alla sfera sessuale, ecco dunque che in questo caso, non si discosta dal suo amato leit-motiv intravvedendo in quel “naso che si allunga davanti alla Fata Turchina” quello che noi tutti immaginiamo, alimentando innumerevoli proverbi o storielle popolari di molte regioni della nostra Italia…

Poteva ora mancare una chiave politica?
Pinocchio è di destra o di sinistra? Pinocchio è un ribelle, pertanto è di sinistra!
Ci ha pensato Guillermo Del Toro che ha voluto rivestire il burattino col suo tipico tratto caratteristico macabro e un po’ funereo a partire dall’ambientazione: l’Italia ai tempi del fascismo con contenuti quindi fortemente politicizzati.
Il regista messicano ha messo le mani avanti affermando che non sia un adattamento ma sia "liberamente tratto" dal racconto dello scrittore toscano. Resta allora un mistero sul perché il titolo sia "Pinocchio".
Già nel 1940 Walt Disney lo rivestì come un bambino tirolese, ma per lo meno la trama restò quella originale di Carlo Lorenzini in arte Collodi! Nel 2001 poi, anche Steven Spielberg si ispirò – su suggerimento di Stanley Kubrick – a questa favola per «A. I. Artificial Intelligence» ambientandola in un mondo futuro popolato da robot. Ma ha avuto il buongusto di non citarlo nel titolo!
La fantasia del regista messicano immagina un Geppetto ubriaco e collerico che sradica un tronco cresciuto vicino alla tomba del figlioletto, Carlo, intagliandolo in modo da dargli la parvenza di un burattino che durante una notte prende vita in un modo molto dark simile al dottor Frankenstein. Poi ha pensato anche di sbarazzarsi della figura materna della Fata Turchina. Così come per il Gatto e la Volpe.
Lucignolo, il tentatore, poi è il figlio del Podestà locale che non trascinerà Pinocchio nel paese dei balocchi ma in un campo di addestramento fascista per "balilla".
Il regista infine fa passare la disobbedienza tipica di Pinocchio come una forma di ribellione ai condizionamenti ideologici imposti dal regime del tempo: quindi Pinocchio è ovviamente un antifascista!
È già tanto che non l’ha mandato in montagna come partigiano! Io penso che qualche sussulto nel loculo a Collodi ci sia stato!
 
Tanto si è scritto sulle licenze di fantasia sfrenata di alcuni registi per quanto riguarda la trasposizione di un libro in film stravolgendone spesso il senso. Io ritengo che debba esistere una sorta di "copyright ideologico": il regista può fare un adattamento di un testo purché rispetti il senso che l’autore ha voluto dare all’opera.
Chissà se Carlo Lorenzini in arte Collodi, nel suo villaggio toscano vicino a Pescia, nel lontano 1881, iniziando con il suo «C’era una volta… ,“Un re” – direte voi!» immaginava quanti si sarebbero ispirati alla sua storia di quel burattino disobbediente?
 
 

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