Era il 2008 quando decisi di iscrivermi a Facebook.
Allora era
una vera novità che permetteva di contattare amici persi di vista
per mille motivi. E infatti riuscii a entrare in contatto con alcuni compagni
di scuola delle elementari …dopo più di quarant’anni.
Grazie a Facebook mi sono
messo in contatto con un compagno delle scuole medie che ora vive in Florida
(USA).
Oramai Facebook è il social dei boomer.
Lo conferma il report “The
Global State of Digital 2022”: Facebook è scomparso dal podio dei social
preferiti per i ragazzi fra i 16 e i 24 anni (scavalcato da Instagram e
TikTok).
E questo cambio di preferenze dimostra chiaramente le nuove
strategie di comunicazione. Non voglio fare un’analisi sociologica ma al centro
dei post su Facebook c’è il testo scritto e, solo se si vuole, si può aggiungere
una foto o un video.
Instagram invece ruota – come evoca il nome – una crasi
tra “Instant camera” e “Telegram” – su un’immagine o un video e, solo se si
vuole, si può aggiungere anche un breve testo. Ma al centro del post c’è la foto.
Questo dimostra quindi in modo evidente la abulia e l’accidia comunicativa fra i giovani che
evita la fatica di leggere un testo e si accontenta di “guardare” e mettere un cuoricino
per il “like”.
Se ci pensiamo bene d’altronde è ciò che succede da sempre per i
libri: quelli per i bambini in età pre-scolare danno maggior spazio all’immagine
o alla vignetta e poi aggiungono una brevissima didascalia. Poi quando si impara
a leggere troviamo i libri con la preponderanza del testo e qualche illustrazione.
TikTok poi è un vero palcoscenico su cui esibirsi davanti ad una platea sconfinata.
Contenuti brevi da guardare e “scrollare” (far scorrere) che hanno un effetto ipnotico sull'utenza e penalizzano i contenuti noiosi che non puntino dritti al punto.
TikTok poi è un vero palcoscenico su cui esibirsi davanti ad una platea sconfinata.
Contenuti brevi da guardare e “scrollare” (far scorrere) che hanno un effetto ipnotico sull'utenza e penalizzano i contenuti noiosi che non puntino dritti al punto.
La statistica dice che la soglia d’attenzione per un video è
di 7 secondi! Mordi e fuggi!
A questo si aggiunge che il contatto è sempre più unidirezionale (io seguo qualcuno che non necessariamente segue me!) in particolare per i personaggi noti sui social ai quali i “followers” nelle diretti chiedono – anzi implorano – di essere salutati.
A questo si aggiunge che il contatto è sempre più unidirezionale (io seguo qualcuno che non necessariamente segue me!) in particolare per i personaggi noti sui social ai quali i “followers” nelle diretti chiedono – anzi implorano – di essere salutati.
«Mi
saluti?» è diventata, infatti, la frase più gettonata dalle dirette Instagram. Che
equivale ad un selfie senza però alcun contatto!
Andy Warhol cinquant’anni fa parlò di “un quarto d’ora
di celebrità”, ora i giovani si accontentano di molto meno: mezzo secondo
mentre il loro idolo li saluta!
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