martedì 13 dicembre 2022

La deriva dei social network

 


Era il 2008 quando decisi di iscrivermi a Facebook. 
Allora era una vera novità che permetteva di contattare amici persi di vista per mille motivi. E infatti riuscii a entrare in contatto con alcuni compagni di scuola delle elementari …dopo più di quarant’anni. 
Grazie a Facebook mi sono messo in contatto con un compagno delle scuole medie che ora vive in Florida (USA). 
Oramai Facebook è il social dei boomer
Lo conferma il report “The Global State of Digital 2022”: Facebook è scomparso dal podio dei social preferiti per i ragazzi fra i 16 e i 24 anni (scavalcato da Instagram e TikTok). 
E questo cambio di preferenze dimostra chiaramente le nuove strategie di comunicazione. Non voglio fare un’analisi sociologica ma al centro dei post su Facebook c’è il testo scritto e, solo se si vuole, si può aggiungere una foto o un video. 
Instagram invece ruota – come evoca il nome – una crasi tra “Instant camera” e “Telegram” – su un’immagine o un video e, solo se si vuole, si può aggiungere anche un breve testo. Ma al centro del post c’è la foto. 
Questo dimostra quindi in modo evidente la abulia e l’accidia comunicativa fra i giovani che evita la fatica di leggere un testo e si accontenta di “guardare” e mettere un cuoricino per il “like”. 
Se ci pensiamo bene d’altronde è ciò che succede da sempre per i libri: quelli per i bambini in età pre-scolare danno maggior spazio all’immagine o alla vignetta e poi aggiungono una brevissima didascalia. Poi quando si impara a leggere troviamo i libri con la preponderanza del testo e qualche illustrazione.
TikTok poi è un vero palcoscenico su cui esibirsi davanti ad una platea sconfinata. 
Contenuti brevi da guardare e “scrollare” (far scorrere) che hanno un effetto ipnotico sull'utenza e penalizzano i contenuti noiosi che non puntino dritti al punto. 
La statistica dice che la soglia d’attenzione per un video è di 7 secondi! Mordi e fuggi!
A questo si aggiunge che il contatto è sempre più unidirezionale (io seguo qualcuno che non necessariamente segue me!) in particolare per i personaggi noti sui social ai quali i “followers” nelle diretti chiedono – anzi implorano –  di essere salutati. 
«Mi saluti?» è diventata, infatti, la frase più gettonata dalle dirette Instagram. Che equivale ad un selfie senza però alcun contatto!
Andy Warhol cinquant’anni fa parlò di “un quarto d’ora di celebrità”, ora i giovani si accontentano di molto meno: mezzo secondo mentre il loro idolo li saluta!

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