mercoledì 12 dicembre 2012

«DESTRA» o «SINISTRA»?: ci aiuta il dizionario.

Si sa, qualsiasi dialogo, ad un certo punto, sfocia sempre  in politica:
 «Io son di “destra”!!!».
«Per carità! Io sono di “sinistra”!!!!».
Ma che cosa si intende dire?
«I terminidestrae sinistra hanno fatto il loro ingresso nel linguaggio politico moderno durante la Rivoluzione francese, nel periodo della Costituente» ci spiegano bene Franco Ferraresi e Anna Elisabetta Galeotti nel libro “Destra/sinistra «e più precisamente in occasione del dibattito sul diritto di veto del re: quanti erano favorevoli a concedere al monarca il diritto di veto incondizionato sui lavori dell’assemblea sedevano a destra, i contrari sedevano a sinistra. La destra fu quindi identificata con i "realisti" e divenne sinonimo di conservazione, reazione e gerarchia; la sinistra fu identificata con le forze rivoluzionarie e dunque associata a progresso, uguaglianza, innovazione.
Da allora la scena politica ha subito le trasformazioni più straordinarie, che ne hanno radicalmente modificato la fisionomia; la distinzione “destra/sinistra” è però rimasta a dividere in due il campo della politica, identificando e connotando azioni, movimenti, ideologie e regimi…
Naturalmente i contenuti e i significati attribuiti alla dicotomia si sono modificati, sostituendosi e in parte sovrapponendosi a quelli originari, mutando di segno e invadendo sfere in precedenza sottratte alla connotazione politica».

Ancora adesso noi usiamo, quasi tutti i giorni, questi termini nel nostro modo di parlare sebbene qualcuno dice che non esiste più la destra e la sinistra...
 Ma ci  siamo mai domandati quale significato molteplice (o per usare un parolone "polisemantico") non solo politico, abbiano acquisito questi termini oggi?

Proviamo pensare a queste due parole: proviamo ad esempio a descrivere con un aggettivo, un rumore che – nel cuore della notte - ci sveglia provocandoci ansia e apprensione. Diremo un rumore sinistro”.
Oppure – ad esempio – imbottigliato nel traffico, ad un incrocio, ci tamponano in auto. Andremmo immediatamente dall'assicurazione per la “denuncia di un sinistro”.
E a proposito di incroci. A chi spetta la precedenza secondo il Codice della Strada? A chi proviene da destra o da sinistra?
Proviamo invece  a descrivere un nostro caro amico, una persona di cui di fidiamo ciecamente nel nostro lavoro. Diremo “è il mio braccio destro”.
E come definiamo un'azione fatta in barba alle norme? Sarà un tiro mancino”.

Ancora adesso c’è poi un modo di dire: “a destra e a manca”, dove per “manca si intende “sinistra”. Che quindi.... “manca” di qualcosa.
Ma usciamo fuori dai nostri confini!
In inglese come si dice “destra”? «Right», cioè “giusto”.
E “sinistra”? «Left», ovvero participio passato del verbo “to leave” (lasciare, partire, abbandonare) quindi “left = partito, lasciato, abbandonato”.

E il francese dei nostri cugini d’oltralpe?
«Gauche» significa sinistra come anche “goffo, maldestro, impacciato”.

Aggiungiamo anche – last but not least – una citazione dal “libro dei libri”: la Sacra Bibbia.
Nel Vangelo di Matteo, al capitolo XV, versetti 32 e seguenti troviamo questa esaustiva descrizione del giudizio finale:
«E si raduneranno dinanzi a lui tutte le nazioni, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecorelle dai capretti : e metterà le pecorelle alla sua destra, e i capretti alla sinistra. Allora il Re dirà a quegli, che saranno alla sua destra: “venite, benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato a voi sin dalla fondazione del mondo”. (…) Poi dirà a coloro, che saranno alla sinistra:via da me, maledetti, al fuoco eterno, che fu preparato per il diavolo, e per suoi angeli”.
Questi (a sinistra!) all'eterno supplizio e i giusti (a destra!) poi alla vita eterna».
Ed infine… sempre secondo la Sacra Scrittura, il quale lato “siederà il Figlio di Dio”?
Alla “destra” o alla “sinistra” del Padre?

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