C’è
una rivista bimestrale americana che ha pensato di pubblicare le ricerche più
strampalate, improbabili. Il nome della rivista è «The Annals of Improbable
Research» ovvero l’annuario delle ricerche improbabili. L’acronimo poi è
decisamente illuminante: AIR ovvero aria. Aria fresca o fritta?
I
curatori di tale rivista sono tutti professori universitari serissimi ma con
una grande voglia di divertirsi! Quaranta studiosi di discipline scientifiche,
mediche, tecniche compresi otto premi Nobel (e tra essi – ci tengono a farlo
sapere! – anche un ex carcerato!). Gli studi riportati sono tutti autentici,
editi da numerose testate scientifiche in tutto il mondo e ci dimostra che la
scienza non è sempre così fredda e asettica come ci viene presentata con
eminenti scienziati austeri con i loro camici bianchi appena stirati. Quindi il
broccardo latino «semel in anno licet insanire» (una volta all’anno è lecito
folleggiare) vale anche per gli scienziati.
Un articolo di qualche anno fa analizzò il quadro più famoso
del mondo: Monna Lisa di Leonardo da Vinci. Nell’articolo “Monna Lisa: l’enigma
del sorriso” pubblicato sulla rivista “Journal of Forensic Science”, l’autore
Joseph Borkowsky, avanza una congettura davvero originale sul dipinto di
Leonardo da Vinci il cui sorriso enigmatico ha stimolato la fantasia di molti:
la Monna Lisa ha la classica espressione delle persone che evitano di sorridere
perché sprovviste dei denti davanti.
«Analizzando bene le labbra da vicino si scopre una ferita che somiglia
a quelle create con l’uso della forza bruta. E l’analisi della zona periorale
confermerebbe che i denti incisivi sono saltati»
Gli argomenti sono vari: un altro articolo ha il titolo
«Ricerca sui gabinetti delle istituzioni ospedaliere» di A. F. Travééers ed E.
Burns cita una ricerca pubblicata su “British Medical Journal”; un altro tratta
della «Prevenzione della caduta dei capelli nei topi» a cura di Kevin Ward
pubblicata sull’autorevole rivista scientifica “Nature”; o il saggio «Quanto
incide il peso delle galline sulle uova durante la cova» edito da
“Experientia”.
Ogni saggio è ovviamente supportato da tabelle, grafici,
istogrammi, note a piè di pagina e accurate bibliografie per confermare quegli
studi!
Ma il “Journal of Forensic Science” è davvero una miniera
d’ora per queste ricerche. “A.I.R.” segnala una ricerca dal titolo «Fatalità
dovute all’autoerotismo con attrezzi che creano il vuoto pneumatico» e sempre
sullo stesso tema «Effetti dello sperma ingoiato sulla fertilità dei ratti» di
R. A. Allardyce (Journal of Experimental Medicine).
Poi gli studiosi Jonathan Haidt, Sylvia Helena Koller e
Maria Dias si chiedono «Affetto, cultura, moralità. Ovvero è sbagliato mangiare
il proprio cane?» pubblicato su “Journal of Personality and Social Psicology”.
La ricerca si articola in tre dettagliati capitoli: Cane;
Pollo; La storia delle caramelle.
Nel primo capitolo un cane viene ucciso da
un’auto che passa di fronte alla casa dei padroni. La padroncina sente una
frenata, si affaccia e vede il povero cane esanime sull’asfalto. La signora
ricorda che in TV sentì che la carne di cane è deliziosa e che in alcune zone
del pianeta la mangiano e …ha un’idea (visto che il loro amato cagnolino è
passato a miglior vita). Porta il corpo senza vita dell’animale a casa, lo
seziona, lo cucina e lo porta a tavola e lo mangia a cena.
Nel secondo capitolo un uomo va al supermarket una volta
alla settimana ed ogni volta acquista un pollo. Ogni volta prima di cucinarlo
ha un rapporto sessuale con il pollo e poi… lo cucina e lo mangia.
Nel terzo capitolo infine un ragazzino adolescente divora
caramelle fino a non poterne più finché va in bagno a vomitare. Poi torna in
camera e …continua a mangiare altre caramelle. Non è dato sapere in conclusione
cosa gli studiosi Jonathan Haidt, Sylvia Helena Koller e Maria Dias volessero
dimostrare.
Tra le pagine del periodico bimestrale “Air” troviamo anche
una pubblicità ribattezzata «Fragranza terminale» intitolata in origine «Non
odora affatto come un obitorio» pubblicato sul “Consulting Engeneer”. «Ecco
cosa dice la gente oggi: – leggiamo nell’annuncio – non c’è dubbio che il tanfo
proveniente dalle autopsie e corpi decomposti sia un problema serio in ogni
laboratorio di Medicina Legale. Eppure il “Cosatron Air Purification System
riesce non solo a bloccare e soffocare questi odori ma riduce elettronicamente
la sporcizia e i costi di pulizia”».
Ma i temi truculenti non finiscono qui. Il “Journal of
Forensic Science” ci riferisce di uno studio (scientifico ovviamente) sul
«dissotterramento da pavimentazioni asfaltate con l’ausilio di attrezzi pesanti
per la riesumazione dei cadaveri» dove illuminante è la frase “nella nostra
prova la sega circolare ha potuto essere immersa in un liquido detergente dopo
l’uso ma non siamo riusciti a disinfettarla. In poche parole l’attrezzo – assai
costoso – non è risultato facilmente pulibile dopo essere entrato a contatto
con fluidi putridi e marcescenti. La conclusione sbalorditiva è stata che hanno
preferito affittare l’attrezzatura e poi riportarla tranquillamente al
negozio».
Sempre in tema di horror-scienza, ecco la ricerca «come
usare pazienti appena deceduti per insegnare e praticare le tecniche di
intubazione» a cura di George Kennotti e Maxwell Mehlmann pubblicato su “The
New England Journal of Medicine” in cui possiamo continuare a leggere per
spiegare meglio tale esperimento «la pratica dell’intubazione viene fatta in
modo che non comporti rischi particolari per il corpo della persona deceduta».
La menzione d’onore però spetta con orgoglio tricolore a due
scienziati italiani d.o.c. che “Air” non si è fatta sfuggire: Fabrizio Schifano
e Guido Magni sul “Biological Psychiatry” hanno pubblicato una studio dal titolo
«Abuso dell’ecstasy: caratteristiche psicopatologiche e brama impellente di
assumere cioccolato». “Questa ricerca – viene illustrato nell’articolo con la
dovuta dovizie di schemi e dati – analizza i comportamenti di alcuni soggetti, consumatori
abituali di cioccolato in relazione all’aver assunto l’anfetamina allucinogena meglio
nota come «ecstasy»”.
Tutti questi casi riportati sono tutti relativi a ricerche
scientifiche, ma la vera forza di “A.I.R.” la troviamo nel sapere mischiare
sapientemente veri e propri studi scientifici con altri studi un po’ meno
credibili scientificamente ma perfettamente redatti con un linguaggio, una
supponenza e un supporto terminologico scientificamente verosimile. In poche
parole la redazione di “A.I.R.” ha inventato la supercazzola scientifica.
Ecco alcuni casi: «Gli effetti
palliativi dell’osculazione nella prognosi delle ferite pediatriche»; «Il
valore dell’amore usando come modello Bob Dylan»; «Il supporto della matematica
nell’ambito della memorizzazione dei numeri di telefono» dove viene analizzata
la possibilità di poter addizionare, sottrarre o moltiplicare i numeri presenti
nell’elenco dei telefoni (ormai in disuso ma la ricerca risale a qualche
decennio fa) combinandoli con il prefisso.
Passiamo poi al «Paradosso del paradigma»; «L’interpretazione
quantistica del quoziente di intelligenza»; «Combinazione tra i tornado e le
roulotte»; «Book review della guida telefonica di Nairobi»; «Comparazione spettrografica
delle arance con le mele»; «Relazioni evoluzionistiche nel sapore dei formaggi
in base alla loro densità»; «Come influiscono le nanotecnologie nei limiti fisici
della tostabilità delle fette di pan carré»; «Studio del comportamento dei
dinosauri in rapporto alla visione di film popolari»; «Capacità del picchio di incidere
sul una superficie di celluloide»; «Variazioni acicliche della crescita dell’erba»;
«Il comportamento dei conigli che per
strada tendono a bloccarsi davanti all’auto saltellando» e non poteva mancare
una ricerca scientifica i cui esiti attendevamo fin da bambini «Gli effetti terapeutici
del bacio della mamma sulla ferita di un bambino».
Ma poiché i redattori di “A.I.R.” sono dei burloni il numero
successivo alla pubblicazione dello studio era riportata una nota: «Ci scusiamo
con i nostri lettori ma per un disguido tecnico nella didascalia il bicchiere mezzo
pieno è quello a sinistra mentre il bicchiere mezzo vuoto è a destra”.
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