martedì 21 novembre 2017

La galanteria non è mai una molestia!

Il caso Harvey Weinstein (a livello internazionale) e Fausto Brizzi (in Italia) hanno rotto l’ennesimo vaso di Pandora che assomiglia più ad un segreto di Pulcinella planetario. 
Quasi tutti sapevano o intuivano, molti tacevano e ora tutti si esibiscono ora nel loro “WOW!” di stupore.

Ma non vorrei unirmi al coro di coloro che vogliono dire la loro opinione. No, io vorrei spostare l’attenzione ai risvolti che questo polverone sta avendo nella vita di tutti giorni di noi, N.I.P. (not important people) poveri mortali.

Si sa che i nostri sensi influenzano il nostro comportamento, ecco che guardando un film “horror” sentiremo scricchiolii attorno a noi; certe notizie provocano un effetto di sensibilizzazione e dopo un’inchiesta vista in TV sull’uso di “fipronil” eviteremo di acquistare -per un po’ di tempo- le  uova.
Allo stesso modo, ecco che in seguito a tali notizie sulle molestie, ogni nostro atto di cortesia potrà essere giudicato molestia.
E non parlo di casi di “ex” femministe d’antan che rifiutano che le si apra la portiera della macchina perché “so aprirla da sola”. E, credetemi, mi è capitato più di una volta ed è imbarazzante!

Mi riferisco a qualsiasi atto di galanteria che da oggi in poi verrà visto come prodromico ad una molestia che a sua volta sarà un apripista per un atto di violenza.
Non potremo più fare un complimento, perché anche questo potrà essere travisato.
«Ma ci stai provando con meÈ questa la domanda (seguita talvolta da un ceffone ben assestato) che può balenare in testa ad una donna di fronte a uomini particolarmente cortesi e gentili. 
«Stamattina sei più luminosa del solito», «Oggi ti vedo particolarmente in forma» sono frasi pericolose.

Uno studio dell’Università del Kansas ha rilevato che solo il 28% dei partecipanti ha saputo distinguere un tentativo di flirt da un comportamento cordiale e premuroso. 
Tutto ciò è di uno squallore imbarazzante!
Non bisogna sorridere spesso, mai insistere per accompagnarla sotto casa, anche se abitasse in un luogo malfamato...
E guai a dire ad una mamma “Ma che bel bambino! È suo figlio?” scatterebbe ipso istante la denuncia per pedofilìa.
E non parliamo poi se i figli sono ragazzi adolescenti…

Per paradosso, poi, le donne sono le prime che –sospirando– ammettono «Non ci sono più gli uomini di una volta» salvo poi sbavare e buttarsi fra le braccia dell'uomo macho "che non deve chiedere mai”…

Ci stanno vietando gli atti di galanteria, quei normali complimenti che rendono la vita più umana e meno glaciale come le convenzioni sociali vorrebbero ci uniformassimo.

Lo ammetto, a me piace un modo di esprimermi “aulico”, adoro il “bonton” e i gesti galanti. Cedo sempre il passo alle signore (a meno che non entri in un locale pubblico, dove è l’uomo che deve entrare per primo!), faccio un accenno di baciamano alle mie amiche, mi levo il cappellino in un luogo al chiuso e davanti alle signore.
Che squallore vedere un giovanottone seduto bel bello comodo sul tram, con le cuffie nelle orecchie (ad alto volume), il chewing-gum in bocca, lo sguardo sul tablet  incurante della signora anziana con il bastone o della giovane donna in stato interessante.
Poi ci sono quelle donne che, davanti ad un gesto cortese ti squadrano perché attribuiscono un secondo fine a quel gesto.

Dopo queste storiacce di molestie (vere o presunte, visto che talvolta si scambia per “molestia” una frase azzardata durante un provino!) molti di questi comportamenti saranno pericolosi.
Un baciamano, un gesto di cortesia, un mazzo di fiori, un caffè offerto al bar, un complimento verrà etichettato come un tentativo di avance.
Ecco qual è il rovescio di tali inchieste: renderci ancora più insensibili di quelli che siamo.

Concludendo vorrei rivolgere un appello alle donne: 
educate i vostri figli a essere dei veri uomini e a usare la cavalleria, (innanzittutto con voi)
Insegnate loro il rispetto per le donne, non accettate le maleducazioni dei vostri figli con la scusa che “sono ragazzi” e che sono i vostri figli. 
Diventeranno uomini, meglio per tutti che sappiano che cos’è la cavalleria. 
E –aggiungo– insegnate alle vostre figlie a rispettare se stesse e ad apprezzare la cavalleria in modo che sappiano evitare gli approcci cafoni e troppo diretti.

Ben vengano le inchieste, quelle svolte dalle procure, ma non toglieteci il gusto di un gesto galante.
Siamo uomini, non cyborg.



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