Le «fake-news» spopolano sempre più.
Non sono 100% vere bufale ma più che altro notizie abilmente ritoccate e sottoposte ad un delicatissimo trattamento di maquillage occultando alcuni elementi, camuffandone altri, facendo apparire la notizia per quello che non è.
Ultimamente esempi di fake-news ce ne sono a iosa.
Ad esempio il caso più eclatante è «il muro di Trump».
Peccato che quel muro esista già dal 1994 costruito da Bill Clinton (sì l’ex presidente democratico, il marito di Hillary, candidata alla Casa Bianca!) e poi esteso e proseguito nel 2006 da George W. Bush, con l’approvazione del “Secure Fence Act”, (firmato e votato anche da 25 senatori democratici, tra cui –udite, udite!- Hillary Clinton e Barack Obama).
Ma ora che Donald Trump vuole proseguire questa recinzione ai confini con il Messico, tutti gridano “RAZZISTA!1!1”.
Tutto condito con l'astio reiterato per Donald Trump.
Il presidente U.S.A. azzera le sovvenzioni statali all’abortificio di «Planned Parenthood»? Silenzio.
Il vice presidente americano Mike Pence partecipa alla «March of life», manifestazione anti-abortista che si tiene annualmente a Washington in occasione dell'anniversario della sentenza “Roe vs Wade” con cui il 22 gennaio 1974 la Corte Suprema legalizzò l'interruzione di gravidanza? Silenzio!
«La vita vince di nuovo in America. Oggi è la celebrazione di questo progresso (…) -annuncia Pence- è evidente la presenza di una maggioranza “pro-life” nel Congresso degli Stati Uniti d'America», ma su queste parole grava un silenzio tombale anche da parte di Avvenire (il quotidiano della CEI!) e di molte associazioni cattoliche.
Trump elabora un decreto per migliorare i controlli su visti e immigrati ed evitare l'arrivo di jihadisti e terroristi garantendo corsie preferenziali per i cristiani?
Trump per i media è populista, anti-islamico e razzista.
Peccato che il testo dell'ordine esecutivo non citi gli islamici e metta al bando solo «coloro che sostengono ideologie violente anziché la legge americana».
Nel firmarlo Trump parla della necessità di «tenere islamisti radicali e terroristi fuori dagli Stati Uniti. Non ammetteremo nel paese chi minaccia i nostri soldati che combattono all'estero». E i media muti!
Nulla a che vedere quindi con il razzismo e la discriminazione religiosa.
La revoca dei visti non riguarda i «mussulmani», ma i cittadini di sette Paesi (Irak, Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia, Yemen) dove la presenza di Al Qaida e dello Stato Islamico è assolutamente documentata. L'unica eccezione riguarda il Sudan, il cui presidente Omar al Bashir è ricercato dalla Corte internazionale per genocidio e crimini di guerra.
Ma le fake-news sono ad ampio raggio. Non conoscono confini geografici!
Tutti abbiamo letto sui social «la Russia depenalizza le violenze domestiche, si potranno liberamente picchiare mogli e figli».
E tutti pronti a clikkare "mi piace".
Peccato che anche qui la notizia vada scovata su internet eliminando un cumulo di menzogne sotto le quali i media hanno nascosto bene la notizia.
E scopri così che lo scorso luglio la Duma, il parlamento russo, ha votato una legge durissima contro le violenze domestiche.
Scopri anche che la legge precedente prevedeva, per chi commetteva un atto violento “entro le mura domestiche” pene superiori a quelle contro chi commetteva lo stesso atto “fuori dalle mura domestiche”. Ed è per questo che è stato approvato un emendamento alla legge che equipara le pene per lo stesso atto compiuto dentro o fuori casa.
Chi darà un pugno alla moglie andrà in galera e subirà la stessa pena di chi dà un pugno per strada alla moglie di un altro.
Però c’è sempre –sempre –ben nascosta nei media– l’irrefrenabile voglia di ergersi a "opinion makers"… emulando il Marchese del Grillo che affermava «io so' io, e voi 'un siete un *****!!»
Non sono 100% vere bufale ma più che altro notizie abilmente ritoccate e sottoposte ad un delicatissimo trattamento di maquillage occultando alcuni elementi, camuffandone altri, facendo apparire la notizia per quello che non è.
Ultimamente esempi di fake-news ce ne sono a iosa.
Ad esempio il caso più eclatante è «il muro di Trump».
Peccato che quel muro esista già dal 1994 costruito da Bill Clinton (sì l’ex presidente democratico, il marito di Hillary, candidata alla Casa Bianca!) e poi esteso e proseguito nel 2006 da George W. Bush, con l’approvazione del “Secure Fence Act”, (firmato e votato anche da 25 senatori democratici, tra cui –udite, udite!- Hillary Clinton e Barack Obama).
Ma ora che Donald Trump vuole proseguire questa recinzione ai confini con il Messico, tutti gridano “RAZZISTA!1!1”.
Tutto condito con l'astio reiterato per Donald Trump.
Il presidente U.S.A. azzera le sovvenzioni statali all’abortificio di «Planned Parenthood»? Silenzio.
Il vice presidente americano Mike Pence partecipa alla «March of life», manifestazione anti-abortista che si tiene annualmente a Washington in occasione dell'anniversario della sentenza “Roe vs Wade” con cui il 22 gennaio 1974 la Corte Suprema legalizzò l'interruzione di gravidanza? Silenzio!
«La vita vince di nuovo in America. Oggi è la celebrazione di questo progresso (…) -annuncia Pence- è evidente la presenza di una maggioranza “pro-life” nel Congresso degli Stati Uniti d'America», ma su queste parole grava un silenzio tombale anche da parte di Avvenire (il quotidiano della CEI!) e di molte associazioni cattoliche.
Trump elabora un decreto per migliorare i controlli su visti e immigrati ed evitare l'arrivo di jihadisti e terroristi garantendo corsie preferenziali per i cristiani?
Trump per i media è populista, anti-islamico e razzista.
Peccato che il testo dell'ordine esecutivo non citi gli islamici e metta al bando solo «coloro che sostengono ideologie violente anziché la legge americana».
Nel firmarlo Trump parla della necessità di «tenere islamisti radicali e terroristi fuori dagli Stati Uniti. Non ammetteremo nel paese chi minaccia i nostri soldati che combattono all'estero». E i media muti!
Nulla a che vedere quindi con il razzismo e la discriminazione religiosa.
La revoca dei visti non riguarda i «mussulmani», ma i cittadini di sette Paesi (Irak, Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia, Yemen) dove la presenza di Al Qaida e dello Stato Islamico è assolutamente documentata. L'unica eccezione riguarda il Sudan, il cui presidente Omar al Bashir è ricercato dalla Corte internazionale per genocidio e crimini di guerra.
Ma le fake-news sono ad ampio raggio. Non conoscono confini geografici!
Tutti abbiamo letto sui social «la Russia depenalizza le violenze domestiche, si potranno liberamente picchiare mogli e figli».
E tutti pronti a clikkare "mi piace".
Peccato che anche qui la notizia vada scovata su internet eliminando un cumulo di menzogne sotto le quali i media hanno nascosto bene la notizia.
E scopri così che lo scorso luglio la Duma, il parlamento russo, ha votato una legge durissima contro le violenze domestiche.
Scopri anche che la legge precedente prevedeva, per chi commetteva un atto violento “entro le mura domestiche” pene superiori a quelle contro chi commetteva lo stesso atto “fuori dalle mura domestiche”. Ed è per questo che è stato approvato un emendamento alla legge che equipara le pene per lo stesso atto compiuto dentro o fuori casa.
Chi darà un pugno alla moglie andrà in galera e subirà la stessa pena di chi dà un pugno per strada alla moglie di un altro.
Però c’è sempre –sempre –ben nascosta nei media– l’irrefrenabile voglia di ergersi a "opinion makers"… emulando il Marchese del Grillo che affermava «io so' io, e voi 'un siete un *****!!»