Gli esperti del settore la definiscono «serendipity»,
ovvero la capacità (o fortuna) di fare scoperte inattese e felici per puro caso,
mentre si sta cercando altro…
Il termine fu
coniato nel 1754 dallo scrittore
inglese Horace Walpole traendolo dal
titolo della fiaba “The three princes of
Serendip”.Ecco, nel fine settimana ho fatto una «serendipity». Scartabellando tra scatoloni ho trovato –per caso– alcuni “reperti” molto interessanti risalenti ad un corso di «marketing e comunicazione creativa».
E con il supporto di dati appurati e studiati da grandi esperti si concludeva che –per emergere–occorre sempre “cantare fuori dal coro”.
Coloro che un tempo furono giudicati folli per le loro tesi, sono proprio coloro che poi hanno saputo cambiare il mondo.
Un uomo deve avere la forza di portare avanti le proprie idee, anche se queste configgono con le idee della maggioranza delle persone.
William Claude Fields lasciò detto che “un pesce morto può solo seguire la corrente, ce ne vuole uno vivo per andare controcorrente!”
E qui arriviamo a parlare dell’esigenza di dover andare controcorrente. Anche a costo di apparire fuori dal mondo e stravaganti.
Così era ieri e così è ancora oggi.
Così è successo per ogni grande innovazione che poi ha trasformato la vita sul nostro pianeta.
Un tempo li torturavano, li bruciavano o, nella migliore delle ipotesi, li scomunicavano.
Oggi, trovi sempre qualcuno accecato d’invidia e gelosia che più semplicemente, non ti fa fare più carriera, ti fa perdere il posto e la cattedra o la nomination per il Nobel.
Ma oggi più che mai c’è bisogno del coraggio di rompere gli schemi.
Esiste per fortuna una minoranza di esseri umani capaci di liberare la propria mente dai dogmatismi e schemi usati e logori che sappia andare controcorrente pur di perseguire le proprie idee.
Sono luci solitarie ad illuminare le tenebre del pregiudizio, uomini che ieri erano definiti eretici e che oggi definiremmo eccentrici, outsider e anticonformisti.
Non essere allineati a tutto ciò che è “conforme”, essere outsider o remare controcorrente è sempre stato pericoloso in tutte le epoche e in tutti i campi, compreso nella scienza.
Chi si discosta dagli schemi convenzionali, rischia infatti di essere escluso dalle pubblicazioni accademiche, di non essere invitato ai convegni internazionali, di non ottenere finanziamenti pubblici e privati, di essere ammonito o richiamato dal proprio ordine professionale e persino di perdere la cattedra.
Ricordate cosa accadde a Tolomeo? Quando in base ai suoi studi affermò che la Terra era rotonda, rinnegando l’opinione comune che invece fosse piatta fu deriso e vilipeso. E preso per pazzo.
E Galileo Galilei, genio italico, innegabile padre dell’astronomia moderna?
“Eppur se move!” disse. E fu scomunicato e costretto dal tribunale dell'Inquisizione all'abiura...
Che dire di Gregor Mendel, il monaco che rivoluzionò il campo della genetica. Le sue teorie vennero cestinate senza essere neppure lette o George Stephenson, inventore della macchina a vapore, che fu considerato un “ciarlatano” o un “povero matto” (ad esempio, gli veniva imputato che con la pioggia il fuoco del motore si sarebbe spento, o che l’elevata velocità, sedici miglia orarie, avrebbe causato il delirium furiosum nei viaggiatori…) o Ernest Rutherford, che pure indusse contro lo scetticismo della comunità scientifica la prima reazione a catena provocata artificialmente, negò qualsiasi possibilità di ottenere energia dalle trasformazioni degli atomi.
E la lista degli
infelici è lunga: molti sono gli scienziati screditati dai contemporanei.
Addirittura Louis
Pasteur è
citato in quanto avrebbe adattato i dati dei suoi esperimenti per renderli più
probanti.
Leonardo Da Vinci poi ha il primato assoluto delle invenzioni
geniali non accettate dalla folla. Dopo di lui,
gran parte delle grandi invenzioni hanno avuto come fil
rouge
“rompere
gli schemi”,
iniziando a vedere le cose con un’angolazione –anche antitetica– a quella del
corrente modo di pensare!
Louis Aragon nel suo “Traitè
du style”
affermava che “la
funzione del genio è quella di fornire idee ai cretini… 50anni dopo”.
E tu -dunque– segui la massa oppure credi nelle tue idee?
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