mercoledì 18 luglio 2012

SANTA REPUBBLICA ATEA E LAICISTA

Nella affannosa ricerca di un modo con cui salvare l’Italia dal baratro della bancarotta, dal fallimento da tempo qualcuno pensava di “ritoccare” i festeggiamenti –infrasettimanali–  del santo patrono.
Nel giorno del santo patrono, secondo il governo più pecuniocratico della storia italiana, tanti cittadini eviterebbero di contribuire fattivamente all’andamento dell’azienda in cui lavorano per ciondolare tra le bancarelle con la propria famiglia, guardando i giochi pirotecnici che affascinano grandi e bambini e –se capita– passare in chiesa ad accendere un cero!!
Ci tentarono già lo scorso anno e per una sorta di nemesi burocratica, il Decreto Legge, morì di morte naturale senza poter esser tramutato il legge!
Giorni fa son tornati alla carica -lancia in resta!- con  un de­cre­to-leg­ge che in­di­vi­dua “ul­te­rio­ri ed im­me­dia­te mi­su­re per la sta­bi­liz­za­zio­ne fi­nan­zia­ria, per fa­vo­ri­re lo svi­lup­po, a so­ste­gno dell’oc­cu­pa­zio­ne, per la ri­du­zio­ne dei co­sti de­gli ap­pa­ra­ti isti­tu­zio­na­li, non­ché in ma­te­ria di li­be­ra­liz­za­zio­ne di at­ti­vità eco­no­mi­che”.
Al quanto pare, tutto il male della nostra povera nazione deriva dal lavorare il giorno del Santo Patrono.
Però, attenzione: nessuno si sognerebbe di toccare alcune feste civili come il 25 aprile, il  1°maggio e il 2 giugno, vera e proprio festa di Santa Repubblica Laicista. Queste non incidono sullo svi­lup­po o sui co­sti de­gli ap­pa­ra­ti isti­tu­zio­na­li!! (Eppure basterebbe dare un'occhiata veloce ai costi di tali feste.Quelle sì che incidono nei costi istituzionali!).
Stupisce un po’ quindi (ad essere sinceri) il quasi totale silenzio del mondo cattolico (e anche di quelle vecchiette che alla processione del Santo Patrono ci son sempre andate, ma anche la loro fede ormai si è affievolita e imborghesita).
In nome del “bipartizanship” per stare a galla i politici hanno immolato da tempo la propria religione. Come quando negli anni ’70 in pieno clima di austerity soppressero la festa infrasettimanale del Corpus Domini (e poi gli stessi politici approvarono l’aborto e il divorzio).

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